Storia

“LE CREAZIONI FIRMATE MARIA LA ROSA NON INSEGUONO LE TENDENZE, MA NASCONO DAL NOSTRO SGUARDO SUL MONDO E SULLA REALTÀ CHE CI CIRCONDA” – ALICE E LISA

Storia
Storia

ATELIER.

In una corte della più vecchia e autentica Milano, dietro una piccola porta circondata da piante e fiori in vaso, si nasconde un mondo inaspettato: fatto di passione e creatività, rispetto del passato e continua sperimentazione, sensazioni visive e tattili date da borse, calze e accessori di moda. Realizzati a mano.



BENVENUTI NELL'ATELIER DI MARIA LA ROSA.

Una location glamour, intima e accogliente, che custodisce una storia iniziata oltre 30 anni fa, ancora in evoluzione. Protagonista una donna armata solo di sogni e talento che ha creato un brand simbolo dell’eccellenza dell’artigianato italiano, venduto in store selezionati presenti in tutto il mondo.

Da più di un decennio in quest’impresa viene affiancata dalle sue due figlie, Alice e Lisa, che hanno contribuito allo sviluppo del marchio senza tradirne l’attitudine.


ORIGINI
.

Come diceva Pablo Picasso “I cattivi artisti copiano, i geni rubano”.

Maria La Rosa ruba, e rielabora. Attingendo sapere e suggestioni dalle sue origini: l’infanzia in Sicilia. A incantarla e influenzarla, fin da bambina, non sono solo le architetture, gli arredi, i manufatti e la natura in cui è immersa ma anche un modo di essere, di vivere e di creare autentico e pratico, che rifugge dalla fretta, incentrato sul lavoro manuale e mosso da valori semplici e genuini. 

Un mondo che porta con sé anche quando se ne allontana, prima viaggiando in Italia insieme ai genitori e poi trasferendosi a Milano per motivi di studio. Dopo aver iniziato la sua carriera negli uffici di stile, comincia a seguire le più importanti sfilate europee. Ed è a Parigi che vede per la prima volta un vecchio telaio: nascono da questo incontro le sue prime stoffe con cui, da lì a poco, negli anni ’90 realizza le sue prime borse. Utilizzando antiche tecniche per produrre capi innovativi e originali, in cui arte e moda, tradizione e contemporaneità, sostenibilità e costume si fondono e si confondono. Trovando una sintesi. 

Notate dai più influenti buying offices, le sue creazioni iniziano a fare il giro del mondo e ad essere vendute in store accuratamente selezionati. 


OGGI.

Maria La Rosa ha due figlie, Alice e Lisa, che crescono giocando tra telai, orditi, trame, licci e navette. Realizzano borse fin dai tempi del liceo e, poco dopo la laurea, decidono di dare il loro contribuito creativo e strategico all’attività della madre. 

L’azienda diviene familiare e le collezioni si diversificano ulteriormente: la tessitura a telaio viene abbinata alla maglia, al macramé, all’uncinetto e al ricamo. Lavorazioni lente, curate nel minimo dettaglio. Fil rouge, il fatto a mano: segno distintivo di capi artigianali realizzati senza alcun ausilio meccanico, in edizioni limitate, utilizzando filati italiani di prima qualità e prediligendo fibre di origine naturale. Per dare forma, colore e disegno ad accessori di moda che traggono ispirazione da differenti spunti. Il risultato è uno stile frutto di una ricerca multidisciplinare che non segue le tendenze, ma che fa tendenza: “Che nasce dal nostro sguardo sul mondo e sulla realtà che ci circonda”, spiegano le stiliste. Uno sguardo visionario e concreto che non dimentica il passato e si rivolge al futuro, per creare piccole opere d’arte senza tempo. 


PARTNERSHIP & PRESS.

Le creazioni firmate Maria La Rosa sono richieste per le sfilate di molte case di moda, tra cui: Christian Louboutin, Moschino, Trussardi, Donna Karan, Proenza Schouler, Vera Wang, Luisa Beccaria, Alviero Martini, Blumarine, Betty Jackson, Alexander Wang, Mulberry, Col Angelo, Halston, Betty Jackson, Tibi e Louis Vuitton. 

Frequentemente pubblicate su riviste internazionali di settore come Vogue, Elle, Marie Claire e Vanity Fair, harper's,  bazaar, W Magazine, Dazen,  sono state indossate da Scarlett Johansson, Victoria Beckham, Cara Delevingne, Rihanna, Beyoncé, Adèle Exarchopoulos, la principessa Mette- Marit di Norvegia e la principessa Reemi dell’Arabia Saudita.

Savoir Faire

“SOGNO UN PIANETA SENZA SPRECHI E PIÙ PULITO, DOVE A GUIDARE NON SIANO LA QUANTITÀ E IL PROFITTO MA LA QUALITÀ E LA BELLEZZA. E’ DA QUESTO SOGNO CHE NASCE OGNI CREAZIONE FIRMATA MARIA LA ROSA” – MARIA LA ROSA

Savoir Faire
Savoir Faire

L’arte si trasforma in moda, la tradizione scivola nel contemporaneo e la sostenibilità influenza il costume. L’atelier Maria La Rosa, da oltre trent’anni, coniuga questi diversi universi per creare borse, calze e accessori unici e originali. Fatti a mano: abbinando un’accurata selezione delle materie prime alla lentezza delle secolari tecniche di tessitura, con uno sguardo sempre nuovo e innovativo sul mondo. Il risultato sono capi esclusivi e raffinati, prodotti in edizione limitata, che rispondano agli intramontabili criteri della qualità e della bellezza. Parametri profondamente legati al mondo dell’artigianato italiano e delle sue eccellenze: di cui è un esempio e con cui lavora, avvalendosi di una serie di collaboratori che sono da sempre parte integrante del brand.

Ogni creazione firmata Maria La Rosa racchiude in sé una storia fatta di ricordi ed emozioni, che diviene visiva e tattile: nata utilizzando i migliori filati made in Italy, tra cui vengono preferiti quelli di origine naturale come il cotone, la rafia, il lino, la seta, la ciniglia, il cashmere e l’alpaca, intrecciati con i vecchi telai in legno e lavorati anche a maglia, uncinetto, ricamo e macramé. 

Un processo creativo completamente manuale che affonda le sue radici nel passato ma che è rivolto al futuro. Sintesi di una continua ricerca stilistica multidisciplinare non solo estetica e tecnica ma anche etica: lontana dalle logiche dell’usa e getta e, con ciò, da tutto quello che è transitorio, prodotto in maniera industriale –veloce e seriale- inseguendo la quantità e il profitto. Scopi utilitaristici ed economici sostituiti da altri valori: quelli che portano l’idea, e con essa le suggestioni che la muovono, a concretizzarsi in un’opera curata in ogni dettaglio, creata senza sprechi e nel rispetto dell’ambiente. Che lascia trasparire la sua anima, slow e senza tempo. In cui risiede, anche, la sua eleganza.

Un’anima che è quella di Maria La Rosa e delle sue due figlie, Alice e Lisa. Tre donne che hanno un sogno e lo realizzano ogni giorno. All’interno di un’azienda familiare che nel tempo è cambiata e si è evoluta, conservando la sua natura e rispettando la sua storia.

Heritage

“IL FATTO A MANO È, DA SEMPRE, UNA MIA PASSIONE. E TUTTO QUELLO CHE AMO FARE È, DA SEMPRE, LEGATO ALLA MANUALITÀ” MARIA LA ROSA

Heritage
Heritage


Sono nata in Sicilia: terra d’origine, a cui resto profondamente legata. Anche se ormai da anni vivo e lavoro a Milano, il Sud continua a essere per me una fonte di ispirazione. Forse la più importante. 

Fin da piccola ho mostrato interesse per ogni forma d’arte, e per i suoi dettagli. Mi attraevano i decori e le cromie degli antichi palazzi e dei loro arredi, dove soggiornavo con la mia famiglia, così come i ricami a piccoli punti che impreziosivano il corredo di mia madre, interamente cucito a mano. Smontavo e rimontavo vecchi maglioni. E mi piaceva disegnare: questo era, e resta, il mio principale modo di esprimermi. 

Nel tempo mi sono accorta di quanto fossi affascinata dalla moda, e dalla possibilità di poter produrre a mia volta dei capi. Sognavo di riprodurre la bellezza, non solo di quello che vedevo ma soprattutto di quello che immaginavo, e per farlo sperimentavo varie tecniche. Dopo la maturità ho cercato una facoltà che rispondesse alle mie inclinazioni: quella che più si avvicinava era proprio una scuola di moda. Successivamente ho lavorato in diversi uffici di stile ma è stato a Parigi che è avvenuta la svolta, che ha coinciso con una sorta di colpo di fulmine: mentre passeggiavo lungo la Senna, dentro la bottega di un rigattiere, ho visto per la prima volta un vecchio telaio. L’idea di poter creare un tessuto intrecciando i filati mi colpì così tanto che, studiando su vari testi e mettendomi alla prova, iniziai a dedicarmi all’arte della tessitura utilizzando questo antico strumento: prima scelsi quelli più piccoli, da campionatura, poi passai a quelli più grandi. Oggi come un tempo uso solo telai manuali: in legno, privi di parti meccaniche.

Il fatto a mano è, da sempre, una mia passione. E tutto quello che amo fare è, da sempre, legato alla manualità. 

Desidero inventare e realizzare: il mio immaginario si nutre di forme e di colori e trae spunto da tutto ciò mi regala suggestioni o emozioni. Può trattarsi di un libro, di un film, di una rivista, di un video, di un oggetto o, anche, di un paesaggio: la natura continua ad essere la mia prima musa, soprattutto quella del Sud. Il mio rifugio è in Puglia: una casa di campagna vicina al mare, luogo privilegiato della mia creatività




“CERCO ISPIRAZIONE IN TUTTO QUELLO CHE VIVO E MI CIRCONDA: SONO SPETTATRICE ATTENTA DEL CONTEMPORANEO E RIDISEGNO QUELLO CHE PIÙ MI COLPISCE."

Alice Lilla Ferrari



Sono nata a Milano, da mamma siciliana e papà salentino. Ero una bambina vivace e curiosa, a tratti ribelle: caratteristiche che non ho perso, anche adesso che di bambina ho solo l’anima.
Cresciuta giocando tra telai, orditi, trame, licci e navette, invento tessuti sin dai tempi del liceo. Dopo la laurea in disegno industriale ho trascorso vari anni all’estero, fino a quando ho deciso di tornare a casa per apportare il mio know-how all’atelier di famiglia. 

Nel 2007 insieme a mia sorella Lisa ho fondato il marchio Marico’, presentato al concorso “Who is on next?” promosso da Vogue Italia in collaborazione con Alta Roma: nell’ambito del progetto Talent Hub siamo state selezionate per realizzare, per quattro stagioni, una collezione sostenuta dal marchio Furla. A questo primo stimolante successo ne sono seguiti molti altri che ci hanno viste collaborare sempre più frequentemente con brand, stilisti e artisti di livello internazionale.

Creare accessori, unici e originali, per me è linfa vitale. Cerco ispirazione in tutto quello che vivo e che mi circonda: dai libri all’arte, dalla musica ai viaggi. Oltre che dall’essere umano, e dalle sue infinite sfaccettature. Mi sento una spettatrice attenta del contemporaneo e ridisegno quello che più mi colpisce.

Sono fiera e felice di lavorare in un’azienda familiare, quasi completamente al femminile, che crede nei collaboratori e nelle collaborazioni e che non dimentica l’importanza dell’etica nei rapporti di lavoro. E non solo. Mi sento parte di una moda definita slow, attenta all’ambiente e all’ecologia: desidero realizzare capi che durino nel tempo, destinati a chi crede nel rispetto del pianeta e dei suoi abitanti. A chi non pensa che la bellezza sia sinonimo di perfezione ma, piuttosto, che si trovi anche e soprattutto in quelle che possono essere considerate imperfezioni: che caratterizzano il fatto a mano e che si acquisiscono con il trascorrere degli anni, sottolineandone la particolarità.Amo quello che è vissuto, perché racconta la vita. 




“LA CREATIVITÀ IN FAMIGLIA ERA DI CASA, OLTRE A ESSERE UNA NORMALITÀ: VENIVA TRATTATA COME UN BENE COMUNE A CUI OGNUNO DI NOI POTEVA ACCEDERE”

Lisa Cecilia Ferrari


Mi sento una milanese del Sud: mia madre è siciliana e mio padre è pugliese, ma io sono nata a Milano. Ho passato gran parte dell’infanzia, soprattutto durante i mesi estivi, nelle terre d’origine dei miei genitori: tra i paesaggi della Puglia e quelli della Sicilia, assorbendo immagini, sensazioni e calore. E ricette: la mia passione per la cucina è eredità della nonna materna, che passava le sue giornate a preparare il pranzo e la cena facendo attenzione anche ai minimi dettagli. Un’arte, quella culinaria, che mi ha trasmesso per esperienza. Esattamente come sua figlia, ovvero mia madre, mi ha trasmesso quella della tessitura: lei disegnava, cuciva e creava in continuazione, sempre incredibilmente bene. Io la osservavo estasiata e cercavo di imitarla. Quando ha acquistato il suo primo telaio l’ha messo in mezzo al salotto, come fosse un oggetto d’arredo da condividere con tutti noi. La creatività in famiglia era di casa, oltre a essere una normalità: veniva trattata come un bene comune a cui ognuno di noi poteva accedere. 

Ho sempre desiderato viaggiare, possibilmente senza fermarmi mai, quindi quando ho scelto l’università non ho avuto dubbi: mi sono iscritta a Lingue e letterature straniere, con indirizzo economico. Dopo la laurea sono andata alla scoperta di diversi Paesi, l’ultimo è stato l’Australia. Stavo pensando di trasferirmi lì ma la nostalgia di casa insieme al desiderio di contribuire all’azienda di famiglia mi hanno fatto cambiare idea. Sono tornata e mi sono buttata a capofitto nella nostra attività. 

Guardandomi indietro non ho rimpianti, anzi: quasi tutti i nostri progetti si sono avverati, regalandoci moltissime soddisfazioni. Professionali e non. 

Il mio sogno resta quello di creare un resort Maria La Rosa in cui coniugare il mio amore per il viaggio, e il turismo responsabile, a quello per la moda, e il fatto a mano, senza dimenticare lo slow food. 

Lo realizzeremo col tempo, come è nel nostro stile: ci stiamo lavorando senza frenesia, con cura.