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Heritage

“Il fatto a mano è, da sempre, una mia passione. E tutto quello che amo fare è, da sempre, legato alla manualità”.

Maria La Rosa

Sono nata in Sicilia: terra d’origine, a cui resto profondamente legata. Anche se ormai da anni vivo e lavoro a Milano, il Sud continua a essere per me una fonte di ispirazione. Forse la più importante. 

Fin da piccola ho mostrato interesse per ogni forma d’arte, e per i suoi dettagli. Mi attraevano i decori e le cromie degli antichi palazzi e dei loro arredi, dove soggiornavo con la mia famiglia, così come i ricami a piccoli punti che impreziosivano il corredo di mia madre, interamente cucito a mano. Smontavo e rimontavo vecchi maglioni. E mi piaceva disegnare: questo era, e resta, il mio principale modo di esprimermi. 

Nel tempo mi sono accorta di quanto fossi affascinata dalla moda, e dalla possibilità di poter produrre a mia volta dei capi. Sognavo di riprodurre la bellezza, non solo di quello che vedevo ma soprattutto di quello che immaginavo, e per farlo sperimentavo varie tecniche. Dopo la maturità ho cercato una facoltà che rispondesse alle mie inclinazioni: quella che più si avvicinava era proprio una scuola di moda. Successivamente ho lavorato in diversi uffici di stile ma è stato a Parigi che è avvenuta la svolta, che ha coinciso con una sorta di colpo di fulmine: mentre passeggiavo lungo la Senna, dentro la bottega di un rigattiere, ho visto per la prima volta un vecchio telaio. L’idea di poter creare un tessuto intrecciando i filati mi colpì così tanto che, studiando su vari testi e mettendomi alla prova, iniziai a dedicarmi all’arte della tessitura utilizzando questo antico strumento: prima scelsi quelli più piccoli, da campionatura, poi passai a quelli più grandi. Oggi come un tempo uso solo telai manuali: in legno, privi di parti meccaniche.

Il fatto a mano è, da sempre, una mia passione. E tutto quello che amo fare è, da sempre, legato alla manualità. 

Desidero inventare e realizzare: il mio immaginario si nutre di forme e di colori e trae spunto da tutto ciò mi regala suggestioni o emozioni. Può trattarsi di un libro, di un film, di una rivista, di un video, di un oggetto o, anche, di un paesaggio: la natura continua ad essere la mia prima musa, soprattutto quella del Sud. Il mio rifugio è in Puglia: una casa di campagna vicina al mare, luogo privilegiato della mia creatività.

“Cerco ispirazione in tutto quello che vivo e mi circonda: sono spettatrice attenta del contemporaneo e ridisegno quello che più mi colpisce.”

Alice Lilla Ferrari

Sono nata a Milano, da mamma siciliana e papà salentino. Ero una bambina vivace e curiosa, a tratti ribelle: caratteristiche che non ho perso, anche adesso che di bambina ho solo l’anima.
Cresciuta giocando tra telai, orditi, trame, licci e navette, invento tessuti sin dai tempi del liceo. Dopo la laurea in disegno industriale ho trascorso vari anni all’estero, fino a quando ho deciso di tornare a casa per apportare il mio know-how all’atelier di famiglia. 

Nel 2007 insieme a mia sorella Lisa ho fondato il marchio Marico’, presentato al concorso “Who is on next?” promosso da Vogue Italia in collaborazione con Alta Roma: nell’ambito del progetto Talent Hub siamo state selezionate per realizzare, per quattro stagioni, una collezione sostenuta dal marchio Furla. A questo primo stimolante successo ne sono seguiti molti altri che ci hanno viste collaborare sempre più frequentemente con brand, stilisti e artisti di livello internazionale.Creare accessori, unici e originali, per me è linfa vitale. Cerco ispirazione in tutto quello che vivo e che mi circonda: dai libri all’arte, dalla musica ai viaggi. Oltre che dall’essere umano, e dalle sue infinite sfaccettature. Mi sento una spettatrice attenta del contemporaneo e ridisegno quello che più mi colpisce.

Sono fiera e felice di lavorare in un’azienda familiare, quasi completamente al femminile, che crede nei collaboratori e nelle collaborazioni e che non dimentica l’importanza dell’etica nei rapporti di lavoro. E non solo. Mi sento parte di una moda definita slow, attenta all’ambiente e all’ecologia: desidero realizzare capi che durino nel tempo, destinati a chi crede nel rispetto del pianeta e dei suoi abitanti. A chi non pensa che la bellezza sia sinonimo di perfezione ma, piuttosto, che si trovi anche e soprattutto in quelle che possono essere considerate imperfezioni: che caratterizzano il fatto a mano e che si acquisiscono con il trascorrere degli anni, sottolineandone la particolarità.Amo quello che è vissuto, perché racconta la vita. 

"La creatività in famiglia era di casa, oltre a essere una normalità: veniva trattata come un bene comune a cui ognuno di noi poteva accedere".

Lisa Cecilia Ferrari

Mi sento una milanese del Sud: mia madre è siciliana e mio padre è pugliese, ma io sono nata a Milano. Ho passato gran parte dell’infanzia, soprattutto durante i mesi estivi, nelle terre d’origine dei miei genitori: tra i paesaggi della Puglia e quelli della Sicilia, assorbendo immagini, sensazioni e calore. E ricette: la mia passione per la cucina è eredità della nonna materna, che passava le sue giornate a preparare il pranzo e la cena facendo attenzione anche ai minimi dettagli. Un’arte, quella culinaria, che mi ha trasmesso per esperienza. Esattamente come sua figlia, ovvero mia madre, mi ha trasmesso quella della tessitura: lei disegnava, cuciva e creava in continuazione, sempre incredibilmente bene. Io la osservavo estasiata e cercavo di imitarla. Quando ha acquistato il suo primo telaio l’ha messo in mezzo al salotto, come fosse un oggetto d’arredo da condividere con tutti noi. La creatività in famiglia era di casa, oltre a essere una normalità: veniva trattata come un bene comune a cui ognuno di noi poteva accedere. 

Ho sempre desiderato viaggiare, possibilmente senza fermarmi mai, quindi quando ho scelto l’università non ho avuto dubbi: mi sono iscritta a Lingue e letterature straniere, con indirizzo economico. Dopo la laurea sono andata alla scoperta di diversi Paesi, l’ultimo è stato l’Australia. Stavo pensando di trasferirmi lì ma la nostalgia di casa insieme al desiderio di contribuire all’azienda di famiglia mi hanno fatto cambiare idea. Sono tornata e mi sono buttata a capofitto nella nostra attività. 

Guardandomi indietro non ho rimpianti, anzi: quasi tutti i nostri progetti si sono avverati, regalandoci moltissime soddisfazioni. Professionali e non. Il mio sogno resta quello di creare un resort Maria La Rosa in cui coniugare il mio amore per il viaggio, e il turismo responsabile, a quello per la moda, e il fatto a mano, senza dimenticare lo slow food. Lo realizzeremo col tempo, come è nel nostro stile: ci stiamo lavorando senza frenesia, con cura.

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